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Non si può parlare del Mediterraneo solo e sempre perché è stato la culla della civiltà. A ben guardare studiare e analizzarne la storia, appare evidente che esso è stato anche e principalmente la patria storica dell’ulivo il quale per questa specialissima ragione è assurto a simbolo fondamentale della storia dell'umanità.
Da Ovidio a Virgilio sino ai cantori “lirici”, tutti ne hanno decantato le lodi senza parlare delle leggi emanate dai grandi sovrani greci illuminati che (come Solone ad esempio) già 2500 anni fa hanno protetto questa produttiva, maestosa seppur umile piante. La quale con la sua eterna presenza ha rappresentato la più significativa tradizione di coltura del Mediterraneo.
Molti sono i campi dove ancora oggi si erge l’ulivo, maestoso, plurisecolare, dal tronco tozzo, la chioma sbilenca, forgiato dal vento e da un clima talvolta arido talvolta salmastro. Gli ulivi puntellano le nostre contrade, costeggiano le vie di grande comunicazione offrono al turista che arriva, ignaro, nel Salento, uno spettacolo imprevisto e sempre fascinoso. Bellezza, forza, produttività: sono gli aspetti che caratterizzano questi patriarchi arborei delle nostre terre. Caratteristiche che appartengono a quelle dell'umile pianta di cui si diceva che continua a produrre nei secoli quell’olio, splendido nettare e un tempo “moneta di scambio” per i popoli dell'antichità, strumento quindi di sopravvivenza per l'uomo e ancor oggi alimento prezioso e unico, specie se (in ossequio alle varie diete consigliate) se ne fa un uso alimentare insostituibile e al posto di altri condimenti. 
Per questa ragione crediamo che il turista apprezzi molto l'olio spremuto dalle olive dei nostri alberi secolari per questa ragione è quasi obbligatoria ed ineludibile la salvaguardia di questi giganti delle nostre campagna, per questa ragione ora come allora l’ulivo deve tornare ad essere “moneta” corrente oltre che spettacolo dolcissimo per la vista del forestiero che qui giunge chiamato e attirato da tarante “pizziche” e spettacoli vari.
Obbiettivo del GAL è appunto salvaguardare, in linea con quanto indicato dai Regolamenti e dalle Direttive Europee e dalla Legge Regionale n. 14 del 4/6/2007 (Regione Puglia), gli ulivi secolari considerati quali elementi distintivi e rappresentativi del patrimonio culturale ed ambientale pugliese, e a giusta ragione, patrimonio rurale da salvaguardare.
Infatti nell’ambito della misura 323 volta alla “tutela e riqualificazione del patrimonio rurale” sono state previste all’azione n.5 delle forme di aiuto e sostegno a fondo perduto per la manutenzione straordinaria degli olivi monumentali ( vedi maggiori informazioni sul sito www.valledellacupa.it – sezione bandi in corso).
Sono diverse le attività collegate alla conservazione e tutela degli oliveti a cui si vuole mirare: la creazioni di vari itinerari turistici fra tratturi e campagna che sanno di antico, fra “pagghiare” e fienili che puntellano i maestosi uliveti ed attraversano le 12 Terre in cui si stagliano queste meravigliose creature è certamente una tra le finalità a cui ricollegare la specificità di questa azione. Stimolare sensazioni nel visitatore attraverso le emozioni suscitate dalla visione di queste meravigliose piante e dare al forestiero la possibilità di assaggiare lo stesso olio prodotto per secoli da una stessa pianta (con la creazione di etichette di olio d’oliva che deriva da ulivi secolari per esempio), sono certamente attività che possono essere utili a far tornare da noi il turista e allo stesso tempo, a ridonare quel sapore arcaico, solenne, che sempre è appartenuto alla civiltà contadina alla civiltà mediterranea, alla nostra civiltà.

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