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Da artigiano ad imprenditore: consigli per aggirare la crisi. Abbiamo incontrato Antonio Colì, presidente di Confartigianato Lecce e gli abbiamo chiesto qual’è la situazione delle micro imprese artigiane nel Salento e quali percorsi intraprendere per il futuro.

Dott. Colì, qual è lo stato dell’arte delle imprese artigiane nel Salento?
L’artigianato salentino è caratterizzato da fortissime potenzialità dal punto di vista qualitativo produttivo. I nostri artigiani sono all'avanguardia ed espertissimi ognuno nel proprio settore. Quello che forse manca è l’aspettativa dal punto di vista commerciale. L’artigiano dovrebbe essere più bravo a vendere e a proporre il proprio prodotto. Possiamo dire che siamo dei bravi produttori ma spesso cattivi commercianti: rimanendo chiusi nelle botteghe e nelle aziende non vediamo cosa accade fuori. Dovremmo investire di più nelle attività collaborative, attraverso consorzi, organizzazioni fra imprese, in grado di bypassare problematiche di carattere commerciale e finanziario. Oltre questo bisognerebbe capire quali sono gli strumenti nuovi per iniziare a vendere anche a prezzi bassi: internet ad esempio è una strada facile, intuitiva e con bassi costi di investimento.

Quali sono le criticità dell’artigianato artistico?
Dal punto di vista produttivo dovremmo iniziare a capire cosa vuole il mercato ? Non possiamo fossilizzarci su oggetti della tradizione in disuso. Ad esempio la terracotta per il trasporto dell’ acqua e del vino devono cambiare le destinazioni d’uso: dall’utilizzo di trasporto di derrate alimentari potrebbero diventare oggetti per la decorazioni di piscine, ville…Inoltre è importante curare la presentazione del prodotto: curare il packaging. Spesso abbiamo dei bei prodotti, “crudi” che non comunicano niente. Non possiamo accontentarci solo del turista che viene al mare, vive una bella esperienza e vuole portare via un oggetto come souvenir. Se vogliamo cominciare ad esportare, è necessario dare all’oggetto, bello di per sé, anche un packaging che comunichi ciò che la nostra terra trasmette. Non possiamo aspettare solo che il turista venga qui. Inoltre si dovrebbe ampliare l’area geografica di riferimento e puntare ai paesi del mediterraneo, a cui ci accomunano molte cose, che potrebbero diventare nostri clienti.

Su cosa si dovrebbe puntare per promuovere il proprio prodotto ?
Bisogna imparare a valorizzare il proprio prodotto, attraverso una maggiore cura dell’immagine. Le nostre produzioni non hanno niente da invidiare ad altre ma vengono comunicate poco. La comunicazione invece è fondamentale. L’effetto avrà ricadute anche sull’immagine dell’imprenditore stesso che non sarà più l’artigiano ma l’imprenditore che fa prodotti artigianali.

Gli imprenditori locali sono pronti a questo cambiamento?
A mio avviso si, soprattutto le nuove generazioni. È necessario innanzitutto credere nel proprio prodotto ed avere il coraggio di fare investimenti a lungo termine. C’è una classe imprenditoriale nuova, di giovani legati al territorio salentino, che può crescere e dire la sua. Qualcuno in Salento lo sta già facendo.

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