Da secoli il Salento è conosciuto per la produzione di olio e di vino. Queste due colture non caratterizzano solo l’economia, ancora prettamente agricola, dell’area, e in particolare della Valle della Cupa, ma caratterizzano anche la storia del territorio, delle strutture e degli abitanti stessi.
Muovendosi nelle campagne delle terre della Valle della Cupa si è immersi in sterminati campi di ulivi, che impressionano per i loro tronchi intrecciati a testimonianza del loro impianto secolare, una realtà da salvaguardare, perché racconta la storia del territorio, così come le chiese, i palazzi e le tante strutture architettoniche che fanno del Salento una importante meta storico-artistica.
Ed oltre l’ulivo è la vite che caratterizza l’area: vitigni autoctoni, come il negroamaro e il primitivo, che da secoli contraddistinguono le produzioni locali, ma anche vitigni nazionali e internazionali, negli ultimi anni entrati a far parte delle nostre produzioni.
Una storia che è raccontata anche dagli antichi luoghi di produzione, i molti frantoi disseminati nel territorio, e le numerose aziende vitivinicole, che fanno da sfondo a qualsiasi itinerario che si svolga in queste terre.
La coltura dell’olio, destinato in antichità ad uso lampante e per la produzione di saponi (solo in minima parte ad uso alimentare), è sempre stata peculiarità di quest’area. Dal XVI al XIX secolo vengono costruiti in tutto il territorio frantoi, per lo più ipogei, cioè collocati sotto terra dove la temperatura costante permetteva una maggiore conservazione. La maggior parte di questi frantoi furono dismessi alla fine dell’Ottocento a causa dell’utilizzo di strumenti e macchinari moderni, ma ancora, percorrendo le campagne, è possibile visitarne alcuni, oggi veri e propri reperti di archeologia industriale.
La coltivazione della vite, attestata in Salento già in età pre-romana, è parte integrante della tradizione e dell’economia della regione. A partire dalla metà dell’Ottocento, a causa della grande richiesta di vino da parte di paesi esteri, la produzione subì una crescita repentina che continua ancora oggi.
Proprio per questo il territorio della Valle della Cupa entra a far parte del Parco del Negroamaro, nato con l’intento di migliorare il servizio offerto ai turisti, incentivare le manifestazioni tradizionali e culturali e promuovere il territorio a livello popolare.